Il ventennio Il palazzo della Provincia

Il palazzo che segue gli stilemi del neoromano, presenta la facciata principale ripartita simmetricamente al centro dall’alta torre che indica l’accesso all’ingresso principale. Le finestre fanno da contrasto grazie al sapiente uso di materiali diversi (Travertino bianco e mattoni cotti rossi), tra parte basamentale e piani elevati. I prospetti presentano una semplicità lineare e due statue in marmo poste a fianco dell’alta torre littoria, opera dello scultore palermitano Nino Geraci. Sul retro, che guarda la vallata dello Scaldaferro, troneggiando incredibilmente verso la Sicilia settentrionale, 4 aquile sul coronamento opera dell’artista locale Giuseppe Morgana.

 

All’interno alcuni uffici come quello dell’Ingegnere capo e del vice segretario generale presentano soffitti stuccati con colori chiari, cornici lineari e, a volte elementi geometrici. Le sale di rappresentanza presentano motivi floreali agli angoli o in prossimità dei punti luce, con tappezzeria in stoffa in genere damascata o carta decorata con foglie d’acanto o fogliame intrecciato a frutta. I complementi d’arredo quali lampade, sedie poltrone scrittoi o porte e serramenti esterni sono spesso originali.

LA CCIAA

La Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura di Enna rientra nel progetto urbano firmato da Salvatore Caronia che trasformò radicalmente l’aspetto e l’assetto della antica piazza. Per la costruzione di questo nuovo polo di rappresentanza politica e di potere, rappresentato dalla Prefettura, dal Palazzo del Governo dal Palazzo del Consiglio dell’Economia Corporativa e dalla Banca d’Italia, furono abbattuti il convento di San Marco e modificato il palazzo Grimaldi Geracello, mentre fu risparmiato il palazzo I.N.C.I.S. appena realizzato per dare comoda abitazione ai burocrati della nuova provincia. Il palazzo Grimaldi Geracello, fu modificato eliminando le parti che si trovano in prossimità dello spazio che sarebbe servito per ottenere la piazza, e venne rivestito, nella facciata rimaneggiata, con decori che richiamassero quelli del Palazzo del governo, anche se ad un occhio attento si rilevano tutt’oggi le incongruenze e la presenza di livelli sfalsati.

Il Palazzo del Consiglio dell’Economia Corporativa oggi CCIAA, presenta le superfici esterne rivestite sui quattro fronti da una fascia in basalto sopra cui è posta la pietra Sabucina mentre gli ornati sono in pietra di Billiemi lucidata. La facciata principale è ripartita simmetricamente dal modulo delle cinque finestre che si ripete su tutti e quattro i lati e in prossimità delle aperture affiorano semi-colonne che dal basamento raggiungono la balaustra che un tempo sorreggeva la scritta, visibile per l’alone rimasto sulla facciata, “Consiglio Provinciale delle Corporazioni”. Oltre la scritta furono eliminati gli stemmi e le lapidi a simbologia fascista mentre permangono una spiga di grano sul portale d’ingresso e i fasci littori ai lati (privati delle scuri) e i decori raffiguranti le attività commerciali e artigianali che si ripetono su ogni fronte. Internamente dell’arredo originale è rimasto ben poco, esso è stato oggetto di restauro e conservato soprattutto in alcuni ambienti come la Sala delle Conferenze o in qualche ufficio.

LA BANCA D’ITALIA

Progettata dall’Ing. Rocco Giglio, sull’area già prescelta dal disegno del Caronia Roberti, viene ultimata nel 1939 e inaugurata il 25 gennaio 1940. L’edificio destinato agli uffici bancari nella parte inferiore e agli alloggi di servizio nella parte superiore si presenta fasciato tutt’intorno dall’alto zoccolo in travertino bianco rastremato verso l’alto e rivestito in mattoni rossi nel piano rialzato con il partito centrale, gli stipiti ed il coronamento in travertino.

Dietro il palazzo della Banca d’Italia si stende ancora un vasto giardino, in origine destinato ad ospitare la Casa del Fascio, disegnata per grandi linee dal Caronia Roberti e provvista anch’essa di un torrione monumentale ma mai costruita per il sopravvenire della guerra. Il giardino è stato oggetto di una indagine archeologica che permise di trovare testimonianze classiche che attendono di essere ulteriormente indagate.