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UN PROGETTO UNICUM NEL SUO GENERE

 

Il Museo del Mito di Enna rappresenta un unicum nel suo genere.
Primo museo in Italia interamente multimediale dove il mito, elemento dal valore universale e formante identità, aggregante e capace di attraversare il tempo, grazie all’impiego delle più avanzate tecnologie viene tradotto in un linguaggio contemporaneo e accessibile a un ampio spettro di pubblico.

Il progetto, nato per recuperare e valorizzare l’area archeologica della Rocca di Cerere e del Castello di Lombardia attraverso una sinergia unica tra tradizioni e tecnologia, restituisce alla città un luogo dall’alto valore identitario, promuovendo al contempo un modello innovativo di fruizione di beni e contenuti artistici nel rispetto della portata storica ed espressiva degli stessi.

Grazie alla collaborazione tra storici, archeologi, architetti, docenti, ricercatori e guide naturalistiche, la collaborazione con l’artista siciliano Ligama che offre il suo sguardo astratto e figurativo reinterpretando segni, simboli e volti del mito, e la partecipazione in qualità di voce narrante di Neri Marcorè, è stato possibile trasformare in codici nuovi e accessibili antiche fonti letterarie e iconografiche.Uno dei simboli di Enna e della Sicilia antica, cuore della spiritualità, grazie al Museo del Mito diviene così un luogo di riferimento per la vita culturale della città, uno spazio di condivisione e integrazione destinato a ospitare incontri ed eventi, e ad innescare uno sviluppo eco-sistemico dell’intera area a partire dalla sua vocazione ancestrale.Al fine di garantire la sostenibilità ambientale dell’intero progetto, promuovere la cultura del rispetto della natura e diffondere una maggiore consapevolezza del ruolo che ciascuno può assumere in questa importante sfida, è stata inoltre creata un’area verde che accoglie alberi di Melograno e Carrubo per compensare dell’emissione di CO2, mentre tutti gli allestimenti sono prodotti con materiali riciclati e totalmente riciclabili.

IL MITO

DEMETRA E PERSEFONE

Il mito di Demetra e Kore-Persefone (Cerere e Proserpina per i romani), affonda le sue radici nell’epoca classica e diede alle comunità antiche la possibilità di interpretare il ciclo delle stagioni e di affidare alle due divinità femminili l’indispensabile pratica della cerealicoltura. Le fonti classiche, greche e romane, localizzarono il mito nel cuore della Sicilia, in prossimità dell’antica città di Enna: presso il lago di Pergusa, Ade avrebbe rapito Kore, mentre la fanciulla era intenta a raccogliere fiori sui prati erotizzati; condotta con sé negli inferi, Ade fece di Kore la sua sposa, dandole da mangiare dei chicchi di melagrana e condannandola per sempre al mondo dell’aldilà; Demetra scatenò le sue ire per la scomparsa della figlia, causando sulla terra lunghe carestie, sino a quando non si rivolse a Zeus che, per pietà degli uomini, concesse a Kore-Persefone di passare una parte dell’anno con la madre e una parte dell’anno negli inferi.

Il mito si è così radicato nell’umbilicus Siciliae da renderne identitari luoghi e spazi carichi di valenze simboliche, stagliati in un paesaggio sorprendentemente unico e nello stesso tempo sterminato, dove l’uomo è capace di elevarsi ed isolarsi al di sopra delle vallate e delle distese di campi, per entrare in un rapporto ed un contatto intimo con il soprannaturale. Proprio ad Enna si ritrovano i principali luoghi dove si consumò il celebre ratto, con tutti gli elementi naturali che riportano gli autori antichi. Qui e in altri centri ellenizzati del centro della Sicilia, sulla scorta del mito si sviluppò un importante culto nei riguardi delle due dee, che portò all’erezione di imponenti santuari. Le incessanti pratiche religiose ne lasciano ancora oggi i segni nell’inestimabile patrimonio archeologico e nella copiosa quantità di reperti, tra i quali spiccano capolavori dell’arte antica. Basti pensare agli acroliti di Demetra e Kore, alla Testa di Ade e alla celebre Dea pseudo-acrolitica da Morgantina o, ancora, alle numerose statuette votive femminili in terracotta reggenti fiaccola e porcellino, che rappresentano i manufatti più usuali rinvenuti in gran parte del territorio ennese, nonché nelle aree di culto dell’antica città di Enna. Attraverso le testimonianze materiali e attraverso la funzione educativa della tradizione orale, ancora predominante nell’ennese, il mito si materializzava e si materializza ancora oggi, restando immutabile attraverso i secoli.

La Narrazione

Madre terra e sua figlia Kore La fanciulla.
Dee antichissime.
Legano gli uomini alle loro radici.
Spiegano il mistero della fertilità.
La nascita dei frutti.
Spiegano la stessa creazione dell’Universo.

Tutto ebbe inizio proprio qui, in Sicilia. Trinacria isola immensa poggia sulle membra di un gigante, Tiféo, sepolto per essersi ribellato agli dei. Per colpa sua l’Etna erutta lapilli e vomita fiamme dalla bocca. Quando questo succede persino il dio degli Inferi, il re delle ombre, si spaventa, temendo che il suolo si spalanchi e che la luce del giorno penetrando sottoterra porti il terrore tra le ombre eterne.

Non lontano dalle mura di Enna vi è un lago di acqua profonda di nome Pergusa, un lago incantato di bellezza…

Il narciso.
Mirabile fiore raggiante, spettacolo prodigioso.
Dalla sua radice sbocciano cento fiori e il suo profumo è tale da riempire di gioia terra e cielo e persino il mare.
Persefone vi si avvicina stordita, allunga le mani per coglierlo ma la terra si apre sotto di lei.

Il Museo Multimediale

Proiezioni video immersive, audio spaziale il ricorso alla realtà aumentata e la suggestione del video-racconto che moltiplicano i livelli di narrazione museale, danno vita a un ambiente virtuale percepito come concreto, tangibile, dove lo spettatore viene accompagnato in un’esperienza completa e appagante attraverso il mito di Kore-Persefone, uno dei più antichi della civiltà greca che spiega l’origine delle stagioni e della coltivazione del grano, il cereale che per millenni ha fornito il nutrimento principale ai popoli del Mediterraneo antico.

Il sound design composto da musica, suoni e rumori è progettato per accompagnare il visitatore all’interno del percorso museale: l’installazione di diffusori sonori a 360 gradi generano infatti un ambiente avvolgente ed evocativo in cui egli stesso è soggetto integrante della narrazione del mito. Si consiglia l’uso delle cuffie per l’ascolto binaurale con ambientazione 8D.

Ad accogliere i visitatori del Museo del Mito vi sono anche dispositivi Oculus VR Quest che prevedono, oltre che al visore, anche touch motion controller, joypad per il rilevamento dei movimenti delle mani. Qui il visitatore può immergersi in un’esperienza di mixed reality e approfondire aspetti del mito di Demetra e Persefone, dell’area archeologica e del territorio ennese